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Roccaromana / Pietramelara – Generale Lombardo, da contadino a comandante dei servizi segreti: simbolo di meritocrazia

Roccaromana / Pietramelara – Il sei gennaio 2018 si è spento serenamente il generale Bartolomeo Lombardo, illustre concittadino di Roccaromana, per anni. Il Generale era nato il 4 dicembre 1930 in una famiglia contadina di piccoli proprietari terrieri, figlio di Maria Rosa Casillo e di Vincenzo, abitanti nella frazione di Santa Croce. Piccolo borgo nel quale lui tornava sempre con piacere, per rivivere le emozioni ed i ricordi della sua fanciullezza, trascorsa tra gli studi elementari in paese, gli impegni nella omonima chiesa di Santa Croce, dove spesso veniva chiamato dal sacerdote, al grande compito di suonare le campane che annunziavano la messa. E lui fino agli ultimi giorni della sua vita, ricordava con nostalgia di quando suonava le campane, il suo dovere nonché gioco preferito. E di quella chiesa custodiva gelosamente una fotografia, incorniciata ed appesa nella cucina di casa, che ritrae il retro ed il campanile dell’edificio di culto. Gli ricordava costantemente da dove veniva, per meglio apprezzare dove era arrivato.
Dal suo piccolo paese fino ai più alti vertici delle istituzioni della sicurezza militare dello Stato. Da questo paesino del quale, la sera, prima di addormentarsi quando era bambino, Bartolomeo si cimentava a nominare a mente tutti gli abitanti, rammaricandosi che per sole due unità non arrivava a 200, fino alla Capitale.
Il giovane Bartolomeo, intellettualmente molto dotato, frequentò le scuole medie ed il liceo classico presso il Seminario Diocesano di Teano e, dopo una breve frequenza dell’Università di Napoli, alla facoltà di giurisprudenza, fu ammesso all’Accademia Militare di Modena, grazie alle sue sole capacità e nonostante le umili origini. A Modena intraprese gli studi militari e di ingegneria, necessari alla successiva nomina ad Ufficiale di artiglieria (era nato il 4 dicembre, data celebrativa di Santa Barbara protettrice degli artiglieri … un segno?), proseguiti con notevole profitto presso la Scuola di Applicazione di Torino.
Il Generale Lombardo fece una rapida e brillante carriera nell’Esercito, ricoprendo diversi incarichi di comando di reparti militari a Treviso e Pordenone. Si vivevano gli anni della guerra fredda e della contrapposizione est-ovest ed i giovani e valenti Ufficiali dovevano rinfoltire le schiere della difesa nel nord-est italiano. Successivamente frequentò brillantemente la prestigiosa Scuola di Guerra di Civitavecchia, riservata a quegli Ufficiali destinati a ricoprire i più alti incarichi negli Stati Maggiori dell’Esercito. Poi ancora a Napoli al Comando Militare Territoriale del Sud Italia ed, infine, al Comando del Reggimento di Artiglieria di Vercelli.
Tuttavia, le elevate doti intellettuali e personali di Bartolomeo non potevano essere circoscritte ad un servizio, seppure onorevole, all’interno delle mura di una caserma. Così fu chiamato a servire lo Stato nella delicatissima istituzione del Controspionaggio italiano, all’interno del Servizio informazioni difesa (SID), in funzione di supporto ed informazione alle massime Autorità politiche dello Stato.
Era il 1974, l’Italia era direttamente coinvolta nella guerra fredda tra USA e URSS, crocevia di eventi epocali e di silenziosi tentativi di aggressione economica e politica al mondo occidentale. Da allora e per almeno 15 anni l’Italia ha vissuto momenti difficili, fatti drammatici e violenti, dal sequestro ed omicidio dell’onorevole Aldo Moro all’attentato al Papa, dal terrorismo internazionale palestinese alle brigate rosse, dal sequestro e liberazione del generale statunitense James Lee Dozier agli attentati dei gruppi eversivi di destra. Ogni giorno il Generale Lombardo, con ruoli di crescente responsabilità, era stato direttamente impegnato nella gestione delle crisi di sicurezza determinate da quei gravi avvenimenti, servendo le istituzioni e guidando la più importante articolazione del servizio segreto militare, proteggendo gli interessi dello Stato e l’incolumità di noi tutti.
Accompagnato dalla sua famiglia in questo percorso di vita, dalla moglie Maria e dai figli Antonella, Marina e Vincenzo, Bartolomeo manteneva sempre una assoluta riservatezza sulle vicende del suo lavoro e delle sue altissime responsabilità. Quando in casa gli chiedevano se correva pericoli, nei tempi del terrorismo e degli omicidi di magistrati ed ufficiali, poliziotti e carabinieri, lui minimizzava e scherzava, mai alimentando ansie e paure nei suoi familiari … anche se l’autista che lo prendeva per portarlo a Forte Braschi, sempre un carabiniere, era costantemente armato e  costretto ogni giorno a cambiare orari ed itinerari, per ostacolare ogni tentativo ostile.
Il Generale Lombardo, nei lunghi anni di militanza nel SID e poi nel SISMI,  rappresentava sovente il servizio segreto italiano nei consessi internazionali, mantenendo relazioni con i dirigenti della CIA americana, del MOSSAD israeliano, dei servizi segreti tedeschi e francesi, attuando una stretta collaborazione e cooperazione di intelligence. Per la sua particolare competenza, il Presidente francese Franҫois Mitterand, nel 1994, gli aveva conferito la prestigiosa onorificenza di Officier de l’Ordre National du Mérite. Il Generale, inoltre, per le sue distinte abilità e capacità umane e professionali, era stato sovente designato ad intraprendere e mantenere contatti, autorizzati dal Governo italiano, con le personalità di alto livello dei servizi segreti sovietici e cinesi, man mano che i rapporti internazionali con questi Stati andavano migliorando nel tempo.
Al Generale Bartolomeo Lombardo il 22 luglio 1991 era stata conferita, su iniziativa del Presidente della Repubblica, la prestigiosa onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Bartolomeo Lombardo per la sua professione aveva viaggiato molto e girato il mondo in lungo ed in largo, però mai dimenticando la sua terra. Pur essendo assurto a ruoli importanti e delicatissimi nelle istituzioni, trovava sempre il tempo per tornare nel suo paese ed a Pietramelara, paese della moglie Maria, dove poter riassaporare, nei pochi momenti liberi, il gusto delle origini ed i profumi della sua casa.
Nonostante la durezza degli impegni, la delicatezza delle decisioni, la pericolosità dei momenti vissuti a difesa dello Stato, Bartolomeo non si era indurito nei modi e nell’animo. Anzi, era un uomo sempre gentile, modesto nei modi, seppure raffinato ed elegante, capace di trattare con naturale compostezza ministri e politici e con rispetto contadini e manovali. Il Generale fu sempre amato ed apprezzato per le sue doti di umanità, competenza e correttezza dai suoi collaboratori e dai vertici delle istituzioni. Serbò amicizia personale con l’onorevole Flaminio Piccoli, già Presidente della Democrazia Cristiana, che nutriva per lui grande stima e considerazione.
Uomo di grande cultura e sensibilità, avido lettore di saggi di politica e società, Bartolomeo amava ascoltare la musica classica e gustare opere teatrali, risultando un frequentatore assiduo di Auditorium e di vari teatri della Capitale. Nella sua terra si dedicava a curare i fiori del suo giardino ed a ricevere, fino a che le energie e la salute glielo avevano consentito, i cari parenti, gli amici e i conoscenti con i quali amava conversare di attualità e di morale, dispensando anche sagaci battute.
Non sono mancati nella sua vita momenti di difficoltà e dispiacere, conseguenti a   contrapposizioni politiche e a strumentalizzazioni giudiziarie, che scaricavano spesso e ingiustamente le loro tensioni sugli appartenenti ai servizi di informazione e sicurezza. Tuttavia, Il Generale Lombardo, anche in quei momenti, aveva sempre mantenuto saldo l’onore ed il senso del dovere e delle istituzioni, contribuendo alla ricostruzione della verità in ogni circostanza ed uscendo a testa alta, prosciolto ed indenne da ogni ombra ed insinuazione.
Tutti quelli che hanno avuto modo di conoscere il Generale Lombardo serbano di lui un sincero ottimo ricordo e si può affermare con consapevole certezza che, dal 6 gennaio, avendo perso un uomo siffatto, siamo tutti diventati un po’ più poveri.
Non va dimenticato che il generale Lombardo, nella sua vita, ha aiutato centinaia di giovani dei nostri comuni a costruirsi un futuro

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un commento

  1. Un vivo compiacimento all’autore di questo articolo che, dopo averne ricordato le umili origini, con tanti dettagli ha voluto renderci pertecipi della gloriosa carriera del nostro compianto concittadino, Gen. Bartolomeo Lombardo. Avendo anche io frequentato l’Accademia Militare di Modena una diecina d’anni dopo di Lui, ho sempre avuto tanta ammirazione per Lui. I miei colleghi che hanno lavorato con Lui e per Lui nei Servizi, da me informati della Sua scomparsa, hanno tutti confermato le non comuni grandi doti professionali e umane del loro Direttore. Infatti, colgo l’occasione per estendere ai figli le sentite condoglianze da parte degli Ufficiali del 22mo Corso dell’Accademia che lo hanno conosciuto. Riposa in pace, generale, resterai per sempre nei nostri ricordi più cari.