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Casapesenna / Alife – Il prete scomodo scomunicato da Di Cerbo solo con un comunicato stampa, scatta la denuncia. L’incredibile storia di Don Salvatore (il video)

Casapesenna / Alife – Il caso del prete Don Salvatore Zagaria è davvero strano. E mostra, ancora una volta, le “turbolenze” esistenti all’interno della diocesi di Alife Caiazzo; turbolenze più volte esplose sotto l’attuale gestione, quella del vescovo Don Valentino Di Cerbo. Don Salvatore è un prete autentico, quelli che vivono in povertà, quelli che rinnegano il dio denaro, quelli che sono sempre a disposizione della gente e dei fedeli. E questi caratteri, in un’epoca che corre esattamente in senso contrario, potrebbe essere una “colpa” gravissima. E quella attuata contro di lui potrebbe essere una vendetta partita da lontano. (Guarda il video con l’intervista a Don Salvatore e al suo avvocato)
Nell’era digitale per scomunicare un prete basta un semplice comunicato stampa? Chiaramente ammesso che nel caso la diocesi sia fornita di un apparato di regime idoneo a produrre comunicati stampa!  Secondo il diritto canonico serve, ancora, un decreto ufficiale con il quale si informa il destinatario della scomunica permettendogli anche di difendersi. Nella diocesi alifana ciò sembra essere stato violato. Questa è la convinzione dell’avvocato Mauro Iavarone, legale di fiducia di Don Salvatore Zagaria, che ha citato in giudizio civile il vescovo Valentino Di Cerbo e il suo ufficio stampa, ipotizzando una diffamazione a mezzo stampa e quindi una serie di danni a carico del proprio assistito. Secondo l’avvocato Iavarone, inoltre, ci sono tanti altri aspetti che rendono la vicenda incredibile. Uno fra i tanti aspetti è la non competenza territoriale di Di Cerbo, proprio perché Don Salvatore non era più organico alla diocesi alifana. Infatti, dopo gli anni passati come parroco di Liberi, lasciò la diocesi caiatina per tornare a Casapesenna, quindi nella diocesi di Aversa. Allora cosa c’entra Di Cerbo? Perché non ha prodotto il previsto decreto?

Guarda il video con l’intervista a Don Salvatore e al suo avvocato

 

 

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un commento

  1. pippo topolini

    Conoscendo la politica della chiesa… Mi chiedo, perchè il nostro solerte sacendote non ha avuto una parrocchia stabile visto che ne ha avuta possibilità?
    Anche perchè, (come dice) è sempre stato apprezzato da tutta la comunità con cui ha avuto a che fare?
    Inoltre, vorrei sapere di quali fatti è stato testimone (testomone?) il nostro buon parroco?
    A voi trarre le conclusioni.