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francesco Imperadore, Antonio Romano, Angiolo Conte, indagati per lo scempio su palazzo Rainieri

Gioia Sannitica / San Potito Sannitico – Scempio edilizio al palazzo Rainieri, Imperadore e Romano alla sbarra

Gioia Sannitica / San Potito Sannitico – Sette persone, fra sindaci, amministratori e tecnici, sono sotto processo per una serie di abusi compiuti – secondo l’accusa della Procura della Repubblica – sull’antico palazzo Rainieri. Oggi si è svolta, presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la prima udienza del processo. Una udienza filtro che si è conclusa in poco tempo con il giudice che ha fissato l’apertura del dibattimento al prossimo mese di marzo. Nelle veste di imputati si trova anche il sindaco di San Potito Sannitico, Francesco Imperadore e il tecnico comunale (di San Potito e Gioia Sannitica) Antonio Romano. Con loro sono imputati l’ex sindaco Angiolo Conte;  il responsabile sportello unico per l’edilizia nel comune di San Potito Sannitico, Giuseppe Sisto; Luciano Ricigliano, progettista e direttore dei lavori; Rosario Mario Zoccolillo, titolare dell’Alcas, impresa che stava realizzando l’intervento; Giancarlo Francamacaro, responsabile del procedimento.
E’, in pratica, un abuso edilizio commesso dalla macchina amministrativa di San Potito Sannitico che ha devastato – secondo la Procura – un monumento storico, senza alcuna autorizzazione. La questione di Palazzo Rainieri è stata portata alla luce da una dettagliata denuncia secondo la quale sarebbero stati cancellati, fregi e tutte le caratteristiche che rendevano quella struttura un importante punto di riferimento.  I lavori consistevano nel parziale abbattimento e nella contestuale indiscriminata rimozione degli antichi fregi e della torre colombaia che ne caratterizzavano l’originaria architettura. Le indagini hanno consentito di verificare che tali opere edili, finanziate con fondi europei per un importo di circa 2.890.000 euro nell’ambito del progetto di realizzazione di un “Centro Polifunzionale per le attività di sviluppo del territorio” in corso di realizzazione dal parte del Comune di San Potito Sannitico, erano state affidate ad una ditta locale ed avviate in assenza di preventivo esame progettuale e conseguente autorizzazione da parte della Soprintendenza per le Belle Arti ed il Paesaggio di Caserta, atti obbligatori trattandosi di interventi relativi a un edificio storico sottoposto a tutela secondo la normativa vigente. A carico degli indagati viene ipotizzato il concorso nel reato di cui all’art. 169 co.l lettere a) e c) del d.lgs.42/2004 codice dei beni culturali e del paesaggio, cioè la commissione e realizzazione di
opere edili senza la necessaria autorizzazione della Soprintendenza per le Belle Arti ed il Paesaggio di Caserta.

 

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