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Grazzanise – Stalking, incredibile nella sezione PD: la segretaria Cerchiello perseguitata dal compagno di partito

Grazzanise – C’è, sicuramente, dell’incredibile nella vicenda giudiziaria venuta a galla alcuni giorni fa grazie alle indagini svolte dai carabinieri di Grazzanise che hanno determinato un’ordinanza restrittiva (non potrà avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima) a carico di un 41enne di Grazzanise. Nella parte di stalker Giovanni Abbate, attivista della locale sezione Partito Democratico. Nel ruolo della vittima, invece, Teresa Cerchiello, segretaria della stessa sezione del PD di Grazzanise, attuale consigliere comunale e fino a qualche mese fa, presidente del consiglio comunale di Grazzanise.
Teresa Cerchiello, donna energia e intelligente, mai avrebbe immaginato, quando, alcuni mesi fa, produsse denuncia contro ignoti per stalking e minacce, che dietro quelle numerosissime telefonate anonime, quei silenzi irritanti, quelle minacce, potesse celarsi il suo compagno di partito, l’uomo che più di tutti le dava consigli e vicinanza nelle sue battaglie politiche.
Nella mattinata del 16 ottobre 2017, nel Comune di Grazzanise, i Carabinieri della locale Stazione hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal locale Ufficio G.I.P. – su conforme richiesta di questa Procura della Repubblica – nei confronti dell’indagato, Giovanni Abbate, ritenuto responsabile delle condotte delittuose di stalking (art. 612 bis c.p.) e sostituzione di persona (art. 494 c.p.).
L
a misura riflette gli esiti di una serrata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e condotta dalla Stazione di Grazzanise, scaturita da varie denunce contro ignoti (ben 4) formalizzate dalla Cerchiello, destinataria di numerose e sistematiche minacce telefoniche, operate per un lungo periodo di tempo (marzo 2016 a maggio 2017), anche collegate alla sua attività politica ed istituzionale.
L’impianto indiziario integrante i presupposti cautelari, ha potuto beneficiare degli esiti delle attività di intercettazioni telefoniche che hanno permesso di accertare come l’ignoto autore delle condotte moleste fosse, in realtà, una persona vicina alla parte offesa e da lei abitualmente frequentata. In particolare, è stato appurato che le molestie e le minacce telefoniche ricevute sulle utenze in uso alla parte offesa, venivano effettuate o da cabine telefoniche o da utenze mobili riconducibili all’indagato, attivate con documenti di comodo e, attraverso il sistema della deviazione di chiamata, apparentemente ricondotte ad altra persona su cui l’indagato intendeva far ricadere le responsabilità dell’attività persecutoria.  Il G.I.P., concordando con la richiesta di misura coercitiva avanzata da questo Ufficio, anche per quanto riguarda la sussistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari, ha disposto, per Abbate (cl ’76) la misura cautelare del “Divieto di avvicinamento dei luoghi frequentati dalla vittima”.

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