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CASTEL VOLTURNO – La Tam Tam Basket e la “Ius Soli”: la Iena Viviani indaga sul caso

Castel Volturno – Matteo Viviani delle Iene a Castel Volturno. Ieri sera la puntata incentrata sui componenti della Tam Tam Basket di Castel Volturno finendo col discutere della legge “Ius Soli”. Da tempo si parla in Italia del «diritto del suolo», termine con cui si fa riferimento alla proposta di legge che modificherebbe le attuali regole sul diritto di cittadinanza. Questo disegno di legge riguarda in particolare i bambini nati in Italia da genitori stranieri.
Su questa dinamica, si basa l’intervista di ieri sera. I componenti della Tam Tam Basket di Castel Volturno sono ragazzi che nonostante siano nati in Italia non hanno la cittadinanza italiana perché figli di genitori di origine africana. A detta del coach Massimo Antonelli l’iscrizione di questi giocatori al campionato giovanile non sarebbe stata consentita perché il regolamento per i ragazzi over 14 dispone che all’interno di ogni team ci siano solo due giocatori stranieri.  A tal merito, la Iena raggiunge, quindi, Giovanni Malagò, Presidente del CONI. La Iena, quindi, gli chiede se è a conoscenza del caso di questa squadra. Lui risponde con consenso, aggiungendo che non gli sembra gusto che nonostante vivono in Italia, non vengono considerati dalla legge cittadini italiani.

Di seguito, alcuni dialoghi dell’intervista:
Malagò: A me sembra assolutamente non giusto, credo che ci sia anche molta confusione sull’argomento, in materia. Quello che è sicuro è che il mondo dello sport spinge affinché si risolva questo equivoco. Anche perché nel mondo tutti questi ragazzi e ragazze li fanno giocare, a differenza nostra, che invece non possiamo farlo.
Iena: Mi sembra di capire che lei sia favorevole all’introduzione di questa legge?
Malagò: Da rappresentante del mondo dello sport, non posso non esserlo, perché oggettivamente in tante discipline ci sono molti ragazzi nati in Italia che se vengono convocati per la Nazionale poi non possono andare alle Olimpiadi,  perché non sono iscrivibili. Questo non è giusto.
Iena: Peraltro non si rischia che il concetto che passa a questi ragazzi, a questi adolescenti, sia che per loro le regole applicate sono differenti in quanto è differente il colore della loro pelle?
Malagò: Noi che siamo favorevoli a coinvolgerli come dei cittadini italiani per fare sport non dobbiamo pensare che sia un tema di colore della pelle o di razzismo, perché ci sono molti ragazzi che vengono dall’Est, molti ragazzi che vengono da alcuni Paesi asiatici che avevano trovato nello sport un modo non solo di inserirsi ma, soprattutto in certe discipline in cui magari non eravamo forti, ci hanno dato valore aggiunto. Quindi non è un fatto di essere di colore scuro, è semplicemente di rispetto dei diritti.
[…] Su questo tema la grande confusione secondo me è che spesso uno pensa che si dà diritto di cittadinanza ai migranti: non c’entra assolutamente nulla.
Iena: Sono due anni che la politica parla di questo argomento, senza cavarne un ragno dal buco. Perlomeno nell’ambito sportivo, non si potrebbe intervenire a livello di regolamento?
Malagò: Nel singolo campionato, questo si può fare.
Iena: Sta parlando di deroghe?
Malagò: Assolutamente. Però, a un certo momento, se questi ragazzi sono proprio bravi, giustamente vogliono sperare e pensare di poter giocare con una maglia della Nazionale italiana, e questo non è proprio possibile.
Iena: Però fino a che non si decide, la legge, a entrare nel merito nella maniera corretta…
Malagò: Quantomeno li facciamo giocare…
Iena: Per una deroga, quanto tempo ci vuole?
Malagò: Se questi ragazzi della Tam Tam mandano formalmente il modulo – non mi risulta che l’abbiano fatto, verifichiamolo – me lo fai avere per conoscenza e ci rivediamo un secondo dopo che hanno mandato la mail.
Iena: Quindi vuol dire che è una cosa immediata?
Malagò: Non dipende dal Coni ma dalla Federazione, però noi facciamo pressione.
Iena: Lo troviamo un modo per farli giocare, sia loro che tutti quelli che si trovano nella loro condizione?
Malagò: Assolutamente troviamo il modo per farli giocare. Fammi mandare la mail.
Iena: Parola d’onore?
Malagò: Parola d’onore

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