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NAPOLI – Cacciato da casa perché gay, i genitori devono mantenerlo economicamente

Napoli – E’ la storia di Francesco, un ragazzo gay, cacciato dalla madre solo per essere omosessuale, quella qui riportata. Una storia sicuramente drammatica per il ragazzo, che al momento sta vivendo una situazione che molto probabilmente non è chiara nemmeno a lui. Ad oggi, in molte città, soprattutto del meridione, l’omosessualità è ancora un tabù. Un tabù per le persone più anziane, per le persone di vecchio stampo o semplicemente con una “mentalità ristretta”. Ad oggi, colpa dell’ignoranza, si pensa ancora che “essere gay” vuol dire “essere malato”, niente di più sbagliato. Non esiste in nessun patrimonio genetico, questa “deformazione”. Assolutamente. E’ semplicemente un orientamento sessuale rivolto allo stesso sesso. Che un uomo ami un uomo, oppure che una donna ami una donna, non è certamente un reato, non è certamente uno sbaglio. E’ solo un modo di essere. Questo è un argomento sul quale si potrebbe stare a parlare per ore, per giorni, ma stiamo qui per Francesco. Questo ragazzo è stato cacciato di casa dalla madre. Il fatto ha suscitato tanto scalpore  e l’avvocato Salvatore Simioli dello sportello legale di Arcigay Napoli si è costituito legale del giovane nella causa di separazione giudiziale dai genitori. Nell’ordinanza c’è scritto: “Francesco, anche se maggiorenne non ha raggiunto l’indipendenza economica e pertanto risulta beneficiario dell’assegnazione della casa familiare in quanto e se convivente con la madre; e che pertanto non risulta data piena esecuzione all’ordinanza presidenziale” che riconosceva il diritto anche di Francesco di vivere nella casa familiare. I genitori dovranno versare al ragazzo ogni mese un assegno di mantenimento. Ma per il dolore che sta provando il ragazzo, non c’è, purtroppo, alcun prezzo.

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