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Piedimonte Matese – Appalti truccati, la pentita spiega come fu pilotata la gara al Sannio Alifano

Piedimonte Matese – Una delle figure più importanti nell’ambito dell’inchiesta The Queen sta collaborando con i magistrati rivelando una serie di ulteriori dettagli che vanno a rafforzare il quadro accusatorio. Loredana di Giovanni spiega, fra le altre cose, come fu pilotata la gara d’appalto del consorzio di bonifica del Sannio Alifano per la ristrutturazione degli impianti irrigui della Valle Telesina.
“Siccome BRETTO partecipava con la sua impresa a gare d’appalto, ritenni opportuno chiedere ad Alessandro ZÀGARIA se poteva essere aiutato visto che stava partecipando ad alcune gare di appalto, fra cui menzionai quella del Consorzio Sanino – Alifano,
ZAGARIA Alessandro si meravigliò per la partecipazione del BRETTO a questa gara, perché mi disse che ai consorzio Sannio-Alifano vincevano sempre le stesse ditte (di cui però non mi fece i nomi) e quindi mi fece intendere che era pressoché impossibile che BRETTO vincesse l’appalto….. ….. In quell’occasione, Alessandro ZAGARIA mi disse testualmente: “presso il Consorzio Sannio – Alifano abbiamo una comune conoscenza, ossia Fabrizio PEPE.
Probabilmente, con queste parole Alessandro ZAGARIA voleva capire se il contatto di BRETTO fosse proprio PEPE. Per questo io andai da BRETTO e gli riportai ciò che Alessandro ZAGARIA mi aveva detto, BRETTO mi disse di avere dei contatti con la stazione appaltante, di cui non mi fece i nomi, ma aggiunse che dei suoi contatti non si fidava molto e quando sentì che il mio contatto (ossia Fabrizio PEPE, che io conoscevo già) era proprio Fabrizio PEPE, che rivestiva il ruolo di direttore presso il Consorzio Sannio Alitano, mi disse che si fidava molto di più di tale contatto, anche perché PEPE aveva un ruolo proprio presso la commissione di gara.
Voglio fare a questo punto un breve inciso su come ho conosciuto PEPE Fabrizio: conoscevo costui da qualche anno, in quanto ebbi modo di incontrarlo in Regione presso l’Assessorato di Pasquale SOMMESE il quale si occupava di questioni amministrative legale mi pare allo stipendio dei dipendenti delle comunità montane. A seguito di tale mia conoscenza Fabrizio PEPE mi chiamò più volte per intercedere con l’assessore affinché venisse ricevuto da quest’ultimo. Nacque pertanto una buona conoscenza tra me e Fabrizio PEPE.
Ebbene, tale mia conoscenza la raccontai a BRETTO e questi dunque mi disse, sin da subito, non soltanto di cavalcare questa pista, ma anche di essere disposto a versare “qualsiasi cifra” a titolo corruttivo pur di aggiudicarsi la gara a cui teneva molto.
Io in realtà non ho mai parlato con Fabrizio PEPE della gara, ma ne parlai esclusivamente con Alessandro ZAGARIA confidando sul fatto affidare a lui (ZAGARIA) il compito delicato di formulare la proposta corruttiva.
Nel caso di specie così feci ed Alessandro ZAGARIA mi rispose che però non era il momento giusto perché, a suo dire, Fabrizio PEPE aveva in quel momento seri problemi personali. Io pensai che si trattasse di problemi di salute ma poi ho capito, leggendo i vostri incartamenti, che in realtà egli alludeva problemi dì natura giudiziaria. Nonostante ciò, Alessandro ZAGARIA non mi chiuse la porta ad una sua futura eventuale trattativa con Fabrizio PEPE e mi disse soltanto che poi se ne sarebbe parlato. Io riportai questo dato a BRETTO, ovviamente sempre senza dirgli che ne avevo parlato con Alessandro ZAGARIA. In altre parole, io facevo credere a BRETTO che ne stavo parlando direttamente con Fabrizio PEPE. In questo contesto che io colloco prima dell’aggiudicazione della gara e quindi prima dell’estate del 2014.
La vicenda è proseguita così, fino a che è intervenuta poi l’aggiudicazione.  BRETTO, appresa la notizia della sua aggiudicazione, si manifestò nei miei confronti come estremamente contento e mi disse allora che avrebbe onorato il suo impegno che era quello dì versare somme di tipo corruttivo sul cui importo dovevamo ancora accordaci. Non so se e in che modo la gara d’appalto in questione sia stata truccata: in altre parole: Alessandro ZAGARIA mi diceva che non era opportuno in quel momento avvicinare Fabrizio PEPE; io non ho mai parlato con Fabrizio PEPE di questa gara; BRETTO non mi ha mai detto di aver corrotto qualcuno per tale gara. Teoricamente, quindi, la gara in questione potrebbe anche essersi svolta in maniera regolare, pur se io e BRETTO eravamo reciprocamente convinti che fosse stata in realtà truccata. Dopo l’aggiudicazione, BRETTO cominciò a temporeggiare nel pagamento della quota corruttiva (che era stata stabilita in 10/20 mila euro da dare subito ed il resto ai vari SAL) in quanto aveva saputo che la seconda classificata TERMOTETTI aveva impugnato la determina innanzi al TAR e che quindi vi era il concreto pericolo che tutto fosse annullato. Pertanto, BRETTO si rivolse ad un avvocato amministrativista, che venne da lui scelto nella persona dell’avvocato Antonio ROMANO di Aversa. Costui, pero, dopo aver letto gli atti fece subito intendere che il ricorso di TERMOTETTI era palesemente infondato e che quindi vi erano buone possibilità che il ricorso venisse respinto. Così effettivamente accadde e quindi si addivenne alla stipula del contratto, con una clausola risolutiva all’eventuale accoglimento dell’impugnazione innanzi al Consiglio di Stato. L’apposizione di detta clausola nel contratto indusse, pertanto, BRETTO a prendere tempo nel versare la somma corruttiva. BRETTO tuttavia mi disse che per dare un segnale dì serietà alla stazione appaltante, nei suoi referenti ovviamente, era disposto a pagare subito una somma di 10 / 20 mila euro, subordinando poi il resto della dazione al rigetto del Consiglio di Stato del ricorso di TERMOTETTI”.

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